Quando ho iniziato a scrivere il primo capitolo di questo libro, avevo in testa un romanzo molto diverso, qualcosa che avesse sempre come protagoniste le donne, ma non la trama che si è sviluppata ma mano senza che io me ne rendessi conto. Ho sempre pensato che chi ci lascia può tornare in qualsiasi momento ed è solo in noi la capacità di scorgerlo e di potere ancora avere un rapporto fatto di emozioni, parole e sguardi. Non è stato strano per me, quindi, avere trasferito nel romanzo la mia personale esperienza, questo fil rouge che mi unisce ai miei cari, questo rapporto che vive tra sogno e realtà.
Fulvia, Carla, Marina e alla fine anche Alberto nell’ambito di una vita quotidiana fatta di concretezza, di amore, dolore e scelte fatte e non fatte, vivono una vita parallela legata a chi ogni tanto torna per aiutarli e amarli ancora, sebbene diversamente.
”Dove siete voi non possiamo venire, ma voi tornate dove siamo noi …”
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