Natale con i tuoi

C’è chi il 23 dicembre parte per non festeggiare, perché non vuole vedere i parenti, perché le festività sono motivo di malinconia o per una serie di motivazioni che quasi sempre hanno radici in quella solitudine che ci portiamo dentro più o meno consapevolmente. Io faccio parte degli altri, di quella schiera che ama le tradizioni, che ogni anno cucina le stesse ricette tramandate dalla famiglia, che considera sacra la riunione con i parenti anche se sono rimasti pochi, che addobba la casa l’ultima settimana di novembre per godere di quelle stanze cariche di ricordi per qualche giorno in più e che respira l’atmosfera natalizia in ogni attimo possibile. Per me il Natale si festeggia a casa e non ai Caraibi o alle Maldive, con il presepe, l’albero, le lucine, la Messa di mezzanotte, il brodo di cappone, il panettone rigorosamente tradizionale perché il pandoro non voglio neanche vederlo, ci si scambia quei piccoli pensieri o anche nulla, si rimane tutto il pomeriggio a chiacchierare e a smangiucchiare frutta secca, qualche volta sarebbe bello rispolverare la tombola, ma lì le assenze che ormai sono più delle presenze, si noterebbero troppo. Non siamo tutti più buoni, ma siamo insieme e questo qualcosa conta per forza, conta la famiglia che è più importante di qualsiasi piccola lite, eredità o questione di principio, conta essere lì a raccogliere gli insegnamenti dei nostri genitori e a metterli a frutto, conta potere dire che esiste ancora qualcosa che ci dovremmo ricordare tutti i giorni, ma che se non sappiamo o non possiamo farlo sempre, almeno in questa occasione tiriamolo fuori. Per le persone che non hanno più nessuno o che vivono lontano dai loro cari, è un momento di profonda solitudine, ma qui cercherò di coinvolgerli in qualcosa che li faccia sentire meno soli.

-foto da Pinterest-